Fino al 7 maggio Palazzo Albergati a Bologna ospita le opere di alcuni degli artisti più rivoluzionari e controcorrente degli ultimi anni.
Jago, Banksy, TV Boy e altre storie controcorrente è un percorso all'interno di un dialogo tra artisti rivoluzionari del panorama internazionale e artisti italiani che hanno saputo ceare lo stesso tipo di gioco provocatorio e la stessa sorpresa nell'osservatore.
La mostra che raccoglie 60 opere, è suddivisa in quattro fasi o sezioni: la prima è dedicata a Jago, che meraviglia e stupisce con l'opera Habemus Hominem, tra le più note dell'artista, accompagnata dal video che ne racconta le fasi della creazione; stupenda la sala dedicata alla sua Venere in cui lo spettarore è immerso nell'opera stessa attraverso un gioco di specchi; la seconda sezione affascina con alcune delle opere più note di Banksy, la terza con la serie dei baci e degli eroi di TvBoy e l'ultima infine che accoglie Obey, la Ragazza con l'orecchino di perla di Andrea "Ravo" Mattoni, la "Mona Linesa" di Mr Brainwash, la serie "Santa Suerte" di Pau e il provocatorio "Ama il prossimo" di Leika.
Un'esposizione imperdibile, che raduna un discreto numero di opere di artisti amatissimi, riuniti in quest'occasione tutti insieme. Ottima la scelta di aggiungere estratti musicali che accompagnino le opere nelle sale, per immergere a pieno lo spettatore nel contesto dei lavori esposti.
Personale disponibile, numeroso e sempre accogliente, molto attento e disponibile anche nella sala dedicata alla biglietteria.
Le uniche pecche sono dovute per lo più alla struttura stessa del palazzo che obbliga, spesso, la divisione dell'esposizione su due piani, non riuscendo quasi mai a garantirne la continuità; inoltre alcune opere inserite in corridoi, più che in vere e proprie sale, obbligano i visitatori a una visione spesso parziale e poco completa, nelle giornate di forte afflusso. Il prezzo del biglietto è un pò più alto rispetto alla media, ma diverse convenzioni permettono di usufruire di alcuni sconti.
Piuttosto inutile la zona selfie che puntualmente accompagna ogni esposizione di Palazzo Albergati, che non aggiunge nulla all'esposizione di per sè e che nel tempo è diventata sempre meno curata.
Ma nel complesso una mostra che merita assolutamente una visita.