La mostra di palazzo Roverella è un vero tuffo nella Parigi di fine secolo. La mostra è curata da Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard, con la collaborazione di Nicholas Zmelty. In questa splendida cornice scorrono circa 200 opere di cui, 60, dell'artista francese, tra dipinti, disegni, pastelli ed affiches.
La mostra, grazie anche alla presenza di una bella colonna sonora nella maggior parte delle stanze, riesce ad immergere completamente il visitatore nell'atmosfera dell'epoca. Bellissima la stanza finale in cui con un pò di immaginazione si viene proiettati nel Chat noir.
Piuttosto insolita l'organizzazione della sede della mostra. L'ingresso conduce a degli ascensori o alle scale e solo al secondo piano si accede al guardaroba, mentre il quarto piano ospita biglietteria e ingresso vero e proprio alla mostra.
Ciò genera qualche confusione nel visitatore dato anche l'ingresso piuttosto laterale del palazzo stesso, ma certamente si viene ripagati dalla bellezza delle sale e dall'ospitalità e cortesia del personale.
Ottima la selezione delle opere, sebbene in proporzione, l'autore che da il nome alla mostra rappresenti meno del 50% delle opere che compongono l'intero corpus dell'esposizione. Tuttavia ultimamente sembra pratica comune intitolare le esposizioni ad un artista in particolare, sebbene non ne sia il vero focus quanto a quantitativo di opere proposte.
Molto interessante la scelta di privilegiare opere pittoriche dell'artista di Albi, noto al grande pubblico più per i manifesti, regalando così opere meno note e sorprendenti.
Con lo stesso biglietto è possibile anche visionare le opere della mostra permanete del palazzo, sebbene piuttosto contenuta.
Una visita consigliata per gli amanti del clima e delle sensazioni dell'epoca.