Diversa e per certi versi fuori dai classici schemi a cui siamo abituati, L'incanto di Orfeo è una mostra che stimola e incuriosisce.
Raro che sia dedicato un'intera esposizione ad un unico tema analizzandolo attraverso secoli e stili differenti.
Il mito di Orfeo viene così portato nelle sale del Palazzo Medici Riccardi di Firenze attraverso opere non solo pittoriche ma anche scultoree, scritti e opere in musica e teatrali.
Il luogo della mostra è quantomai perfetto riunendo a pieno ancora una volta il legame tra il mito e l'anima della città. Il legame del mito con la storia dei Medici rimbomba nelle sale e rinasce puro e vivo più che mai.
Un vero peccato che la sala con i tamburi, molto scenografica e d'impatto, usata anche nei video di presentazione e pubblicitari della mostra non sia sempre attiva, rendendolo un ambiente puramente sterile e poco fruibile, non pochi visitatori l'hanno persino saltata, complice anche forse la scarsa presenza di indicazioni chiare.
Un vero peccato che la mostra su uno dei soggetti più ampiamente collegati alla musica e all'aspetto sonoro sia una mostra silenziosa.
A parlare certamente le opere, sessanta in totale, appartenenti ad artisti che coprono un lungo periodo
storico-artistico che vive dell'influenza di questo mito.
Con il biglietto della mostra è possibile entrare anche nelle restanti sale del palazzo, peccato che le indicazioni siano poche e il personale non troppo concentrato sul dare qualche informazione.
In generale una mostra che ha il merito di nascere da un'idea innovativa eppure in definitiva risulta trascurabile e non particolarmente coinvolgente.