De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica, è l'esposizione che Palazzo Pallavicini dedica al grande artista metafisico.
Sotto la cura di Elena Pontiggia e Francesca Bogliolo, la mostra è prodotta e organizzata da Pallavicini Srl di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e riunisce un numero di 70 opere realizzate dall'artista tra il 1938 e il 1978.
L'esposizione si articola nelle stanze del Palazzo comunicando con gli splendidi affreschi che ne decorano i soffitti, regalando un meraviglioso colpo d'occhio.
Nella prima parte l'esposizione è dedicata agli anni tra il 1938 e il 1968, anni in cui l'artista, di ritorno da Parigi, si divide fra Milano e Firenze. E' questo il periodo cosiddetto "Barocco" dell'opera pittorica di de Chirico, sono anni in cui l'influenza e l'ispirazione verso i grandi maestri come Rubens, Delacroix e Raffaello è più marcata; le rappresentazioni non cercano di mostrare la realtà, ma bensì un mondo ideale. Tanti in questa fase sono gli autoritratti e i ritratti realizzati dal pittore.
Nella seconda sezione della mostra, invece, prende spazio la fase neometafisica di De Chirico, una fase che comprende la produzione realizzata tra il 1968 e il 1978, in un decennio che vede ricomparire i manichini, le piazze e le vedute dalla finestra ma con una nuova lettura, più ironica e meno nichilista rispetto a quanto visto negli anni '10.
In generale interessante l'idea di mostrare una fase meno nota e poco conosciuta dell'artista, riuscendo tuttavia egualmente ad attirare un vasto pubblico. Tuttavia risulta curioso, nell'organizzazione dell'allestimento, l'idea di collocare delle parole sulla vita dell'artista nell'ultima stanza, a chiusura della mostra, non permettendo a tutti di avere una visione più completa dell'artista sin dall'inizio.
In una delle sale era inoltre presente un televisore spento; ma non era chiaro se non fosse stato attivato un video, scelta che molto spesso accompagna le mostre per dare un interessante stacco alla continuità dell'esposizione, o se in realtà fosse collocato in quella stanza a prescindere da questa mostra.
Personale cortese ma poco presente eccetto nella sala della biglietteria e nel bookshop e, ahimè anche un pò disattento nel dare informazioni utili al visitatore.
Nel complesso costo del biglietto leggermente sopra la media, considerando la grandezza e la complessità dell'esposizione.