L'arte inquieta è un percorso espositivo che raccoglie e concentra le opere di 57 artisti italiani e stranieri, svelandone l'urgenza espressiva nella necessità di esprimere un racconto interiore.
La sede dell'esposizione, curata da Giorgio Bedoni, Johann Feilacher, Claudio Spadoni, è Palazzo Magnani a Reggio Emilia, e si struttura in diverse aree tematiche:
volto metamorfico;
serialità, ossessioni e monologhi interiori;
cartografie, mappe
e mondi visionari
accomunando autori con affine linguaggio o genere.
Carla Accardi, Alighiero Boetti, Jean Dubuffet, Max Ernst, Alberto Giacometti, Keith Haring, Emilio Isgrò, Paul Klee, Anselm Kiefer, Maria Lai, Antonio Ligabue, Zoran Music, Emil Nolde, Yves Tanguy, solo per citare alcuni dei grandi nomi in mostra, accostati ai lavori inediti di autori tratti da uno degli archivi sul tema della psichiatria più ricco d'Europa: l’Archivio di San Lazzaro del Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia.
La location che ospita l'esposizione è ben curata e interessante, peccato che costringa, probabilmente per ragioni di spazio, alla suddivisione in più piani e sezioni della mostra che appare quindi leggermente slegata.
Un ricco corpus di opere che raduna stili, epoche e tecniche diverse, tutte all'insegna del tema unico dell'esposizione; riuscendo ad ospitare anche artisti spesso meno noti al grande pubblico.
Personale cortese, presente ma non invasivo, attento alle esigenze del visitatore.
Da segnalare anche l'iniziativa di Palazzo Magnani di rendere la mostra, a partire proprio da questo evento, carbon neutral, compensando la quantità di CO2 impiegata nella realizzazione dei propri progetti.
Una mostra interessante e imperdibile che può vantare un ricchissimo numero di artisti e una location davvero meravigliosa.

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