I primi mesi del 2023 ci regalano fino al 1 Maggio la mostra della Fondazione Mast dei lavori dei cinque finalisti del concorso di quest'anno.
L'esposione, curata come sempre da Url Stahel, è l'esposizione fotografica di cinque artisti che hanno saputo indagare i mutamento del mondo del lavoro:
-Farah Al Qasimi che racconta della comunità araba di Dearborn, mostrando la realtà di una cultura divisa tra la tradizione araba e la statunitense
-Hicham Gardaf, che In Praise of Slowness ritrae alcune delle tradizioni di Tangeri quasi in contrasto con il lato più moderno della città
-in Keep the Light Faithfully, Lebohang Kganye, si avvale di una strumento a metà fra la fotografia e la tradizione cinese del teatro delle ombre per immortalare la vita delle guardiane dei fari in Sudafrica
-Maria Mavropoulou che sfrutta dei tasselli prodotti dall'intelligenza artificiale, ottenuti attraverso fotografie e dati per creare In their own image, in the image of God they created them
-tra fotografie documentarie e sabotaggi inscenati si muove invece Salvatore Vitale in Death through GPS.
Un percorso interessante e stimolante quello proposto da questo concorso, grazie alle menti brillanti di giovani artisti che raccontano la realtà del mutamento del mondo del lavoro. Come sempre, ottima l'esposizione dei lavori che si inseriscono alla perfezione in un ambiente elegante, moderno e ben concertato; staff cortese e presente, anche se leggermente distratto, forse causa anche della visita infrasettimanale che attira un pubblico meno massiccio.
In generale immancabile per chi ami scoprire i talenti selezionati quest'anno dalla giuria, o per gli appassionati del tema, forse trascurata da altri, in quanto il Mast ci ha abituato a mostre in alcuni casi più sorprendenti e impattanti.

You may also like

Back to Top