Ad ottant'anni dalla morte dell'artista Milano presenta una delle mostre più attese di quest'anno. Munch Il grido interiore raccoglie 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo.
A quarant'anni di distanza Milano offre per la prima volta una retrospettiva su uno degli artisti più amati, attraverso alcuni dei suoi lavori più celebri in cui la sua capacità di esplorare sentimenti e stati d'animo umani raggiunge una carica è un'intensità fortissima.
La retrospettiva copre l'intera carriera artistica di Munch introducendo il visitatore con un breve video sulla vita del pittore. Dopo un'ulteriore sala riassuntiva di date e fatti salienti si entra nella mostra vera e propria.
L'esposizione è organizzata in più sale e moltissime sono le opere tanto attese che vengono presentate. Tanta anche la cura nell'esposizione che riesce a dare il giusto risalto ad ogni pezzo, grazie anche ad un'illuminazione gestita in maniera magistrale.
Oltre ad alcune frasi significative e a delle presentazioni interessanti per ogni sala, risulta molto significativa la scelta di dare un cenno di interattività all'evento, con delle piccole chicche che, insieme anche alla scelta di animare alcune sale con della musica coinvolgente, immergono a pieno lo spettatore nello stato d'animo e nello studio dell'artista, riuscendo a regalare un qualcosa di differente ed inaspettato alla mostra.
Eccellente anche la scelta dei capolavori in mostra dando un giusto equilibrio tra le opere più note accompagnate a piccoli tesori meno noti.
Nota dolente che caratterizza diverse mostre molto attese e rinomate, è tuttavia la presenza di un pubblico troppo numeroso, composto spesso anche da scuole e gruppi che purtroppo tendono a monopolizzare la visione di alcune opere e sezioni della mostra per un tempo piuttosto lungo, rendendo meno piacevole la visita al resto degli osservatori. Piccoli accorgimenti come degli ingressi contingentati potrebbero rappresentare una buona miglioria per un'esposizione che per il resto è impeccabile e assolutamente consigliata.
Da non perdere.













